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La Cina è l’acquirente numero uno di robot al mondo

Da soli Cina, Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti e Germania, ricoprono il valore di tre quarti della domanda mondiale di robot industriali.

Stando a quando fatto emergere dall’ifr, l’international Federation of Robotics, il 30% della domanda mondiale di robot industriali proviene dalla Cina. L’ente ha descritto il settore come in forte crescita, infatti, nel 2016 sono stati venduti oltre 290mila robot, cifra che equivale al più 16% rispetto al 2015.
Più nel dettaglio il comparto che presenta il più alto tasso di automazione è quello automobilistico che, nel 2016, ha registrato 103 mila istallazioni di robot.
Il secondo settore che sotto questo frangente è in forte crescita è quello elettronico, che nell’arco di un solo anno, ha registrato un aumento d’istallazioni del 41% nelle aziende mondiali.
A rispondere a questa crescente domanda di automazione, proveniente prevalentemente da Cina, Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti e Germania, si prestano in maggior modo il Giappone, la Germania e l’Italia.
La penisola italiana si posiziona al terzo posto come esportatrice di robot su scala mondiale. Oltre a vivere un’esponenziale crescita di domanda interna, nel 2016 ha totalizzato un fatturato estero pari a 290 milioni di dollari.
La scelta migliore che le aziende produttrici di sistemi robotizzati possano fare nel futuro prossimo è investire sul Continente Asiatico che entro la fine dell’anno registrerà un aumento degli acquisti del 21%. Secondo le previsioni Pechino, da qui al 2020, comprerà oltre 635mila robot; mentre la Corea del Sud, circa nello stesso arco temporale, ne importerà oltre179mila (con un ritmo di circa 40mila installazioni l’anno).
Anche gli Stati Uniti in base alle stime risultano essere un buon investimento, che infatti sotto l’aspetto degli acquisti di pongono sullo stesso livello di Seul.

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